La nostra (co-)responsabilità per l’Europa

6 Aprile 2022 3 Di Amelie

Care Amiche e cari Amici di ELIANT,

Già un mese di guerra in Europa orientale, e nonostante molti sforzi per l’intermediazione e per la pace, cresce la paura di ulteriore escalation. Vediamo l’enorme distruzione delle città, ci rendiamo conto attraverso i notiziari della resistenza degli Ucraini, assistiamo agli ingenti flussi di profughi e la grande empatia e disponibilità ad aiutare in Europa e al di là di essa.

Cosa occorre però per comprendere dove si trovino le cause dei confronti bellici e perché sia così difficile realizzare le condizioni per una convivenza pacifica? Evidentemente occorre la sensibilità per cosa sia veramente fondamentale nella vita. Occorre però anche una mentalità in grado di mediare tra gli opposti attraverso la volontà di comprensione reciproca. Anche se questo può sembrare ambizioso, si tratta tuttavia in entrambi i casi di sensibilità che anche nella quotidianità improntano in maniera decisiva la pace domestica o l’atmosfera sul posto di lavoro; infatti, nel formato miniaturizzato della nostra quotidianità conosciamo fin troppo bene ciò che avviene sulla scena mondiale. Chi intravede questa correlazione può davvero contribuire ad avviare la così urgentemente necessaria cultura globale della pace.

Sì, ci troviamo di fronte a un compito impegnativo proprio anche per la società civile. I suoi appelli, che parlano della sofferenza umana su entrambi i fronti, portano più avanti che le demonizzazioni dell’avversario, che non fanno che acuire la situazione. Abbiamo bisogno adesso di una de-escalation, il più presto possibile di una tregua, e infine di un cessate il fuoco, per fermare la sofferenza e creare spazio per vere negoziazioni di pace. La neutralità nel senso del Diritto Internazionale, proposta per l’Ucraina da parecchie parti, può costituire un fondamento al riguardo. Il ricercatore in materia di conflitti Prof. Friedrich Glasl il 25 marzo 2022 ha tracciato possibili scenari per la pace in Ucraina, che volentieri desideriamo sostenere; ecco il Link al video (disponibile solo in lingua tedesca).

“I have a dream” – così ha affermato l’attivista americano per i diritti umani Martin Luther King, in quanto sperava qualcosa che sembrava impossibile, e invece poi con molti sacrifici si è potuto raggiungere.

Quale sogno abbiamo del futuro d’Europa?
A ELIANT continuiamo a parlarne. L’Europa è il secondo continente più piccolo, ma è quello con la maggiore molteplicità di Paesi, culture e lingue, e grande ricchezza di valori culturali. Negli ultimi 70 anni, grazie alla continuativa collaborazione nell’UE dopo le due terribili guerre mondiali, è potuta crescere tra i vari Paesi una comprensione reciproca – nonostante le diverse accezioni di democrazia e integrità nazionale. L’Europa non solo fa parte dell’alleanza occidentale, ma ha anche la possibilità di posizionarsi quale mediatore autonomo nella tensione tra le grandi potenze. A tal fine occorre una valutazione oggettiva e differenziata delle ambizioni di potere all’est e all’ovest. Abbiamo formulato altri punti di vista nei nostri Contributi  alla Conferenza sul Futuro dell’Europa a Bruxelles (in inglese).

Se un numero sempre crescente di persone penserà e agirà in tale direzione, la pace si può realizzare, secondo il motto che ELIANT ha scelto per il proprio impegno e che è tratto dalla favola di Goethe:

Un’unica persona non può esser d’aiuto,
ma solo chi si unisce
con molti altri al momento giusto

Con questa speranza vi saluta cordialmente a nome dell’intero team ELIANT

Michaela Glöckler