Svolgimento del terzo tirocinio: la testimonianza di Anna

2 Dicembre 2020 5 Di Amelie

La signora che ho accompagnato in questo percorso, che chiamerò Valentina, ha 37 anni, di professione fa la cantante e da settembre del 2019 frequenta l’università di didattica del canto. Ho fatto i primi tre incontri e l’ultimo in presenza, mentre gli altri incontri sono avvenuti attraverso videochiamate a causa dell’emergenza COVID19. Gli incontri previsti erano 9, ai quali ne ho aggiunto uno in un momento di difficoltà della persona.

Nel primo incontro, dopo aver fatto la presentazione di quanto saremo andate a fare, ho chiesto a Valentina di scrivere i motivi che l’avevano spinta ad accettare questo percorso, se aveva domande e quale momento biografico stava vivendo. Valentina ha scritto che si trovava in un momento di svolta in cui aveva deciso di investire in ciò che sente suo: la musica, l’autostima, il potenziale artistico. Il motivo per cui ha accettato di fare questo percorso è la curiosità e la possibilità di dare importanza alla sua storia; si chiede se questo percorso può aiutarla nella sua autorealizzazione. Dopo averle chiesto di disegnare un’atmosfera che rispecchi il suo momento biografico le ho spiegato in che modo va osservata la biografia e come scrivere i quadri narrativi (piccole descrizioni di fatti della propria vita o di persone incontrate). Per questi ultimi abbiamo concordato che me li avrebbe inviati qualche giorno prima degli incontri.

Valentina fin dall’inizio ha dimostrato un carattere aperto, caloroso e pieno di curiosità, per cui è stato abbastanza facile instaurare con lei un dialogo. Alcune difficoltà, però, si sono presentate fin dall’inizio: i quadri narrativi li ricevevo la notte prima dell’incontro e scriveva poche righe, inoltre lei aveva già fatto due percorsi con psicoterapeuti per cui su alcuni fatti o persone della sua vita aveva pensieri e anche giudizi ben definiti. Posso dire che nei primi tre incontri mi sono confrontata con queste difficoltà cercando di spiegarle come fare dei quadri narrativi un po’ più completi e dettagliati e cercando di portare un po’ di luce nelle figure genitoriali sulle quali aveva giudizi piuttosto taglienti e rigidi. Riflettendo su quanto stava accadendo e prestando maggiore attenzione al suo carattere ho deciso, per il quarto incontro, di cambiare modalità di approccio. Per quanto riguardava i quadri narrativi ho deciso di non insistere, ma di accogliere in modo positivo, quanto lei mi scriveva e di scegliere uno o due quadri da approfondire quando ci incontravamo: partendo dalle poche righe da lei scritte le ponevo delle domande in modo da ampliare insieme l’accaduto o per farmi spiegare meglio le qualità delle persone incontrate. Ho pensato, inoltre, di non fare più domande sui genitori, ma di concentrarmi maggiormente sul suo percorso e sulle sue qualità.

Questo cambiamento ha generato un’altra qualità dell’incontro: il quarto incontro, malgrado sia stato il primo fatto in videochiamata, è stato molto caloroso e intimo. La cosa sorprendente è stata che, pur non avendo fatto domande sui genitori, Valentina mi ha parlato del padre, in una modalità completamente diversa dalle volte precedenti. Nel corso degli incontri lei è tornata più volte a parlarmi dei genitori e anche quando mi ha raccontato di alcune loro problematiche lo ha fatto con obiettività, con la voglia di capire e a volte anche con il desiderio di accettare i loro errori.

Durante il percorso ci sono stati altri due momenti difficili: Valentina è stata male dopo aver visto un film che le ha ricordato momenti non completamenti chiariti della sua infanzia e quando ha fatto gli esami universitari e ha preso il voto più basso rispetto a quelli dei colleghi di corso. La chiusura in casa, la preoccupazione legata al suo futuro e alla sua possibilità di riuscire a mantenersi economicamente, le hanno fatto mettere in discussione le scelte fatte e la fiducia nelle proprie capacità.

Con Valentina abbiamo osservato i fatti nella loro realtà e, partendo da questa base, abbiamo cercato, in modo creativo, come potevano evolvere: abbiamo lavorato molto sulla metamorfosi attraverso il disegno creativo, imparato durante la formazione, con la poesia e a volte anche con le canzoni. La conoscenza dei settenni e delle loro caratteristiche, inoltre, è stata fondamentale per meglio comprendere gli avvenimenti e per non perdere il filo del nostro cammino.

Alla fine del percorso Valentina mi ha detto che il lavoro fatto insieme l’aveva molto aiutata in questo periodo così particolare di chiusura, aveva trovato gli incontri con cadenza quindicinali adatti al lavoro svolto. Aveva iniziato questo percorso un po’ per curiosità e senza aspettative particolari, invece ora, sentiva di aver messo ordine nella sua biografia, aver dato un significato a scelte che aveva sempre sentito sbagliate e di aver accettato accadimenti del suo passato. Mi ha detto che ero stata capace di tatto e delicatezza nelle situazioni difficili. Valentina ha affermato di aver acquisito maggiore equilibrio e fiducia in sé stessa, nel guardare al passato ha osservato di aver vissuto anche momenti e fatti positivi mentre prima vedeva solo le cose negative. Finalmente poteva osservare che la musica l’aveva sempre accompagnata nei momenti più importanti della sua biografia e che era un dono e una qualità che appartenevano alla sua individualità.

A cura di Anna.