L’alimentazione: la mia personale ricerca.

L’alimentazione: la mia personale ricerca.

2 Agosto 2023 1 Di Camilla

a cura di Alessandra Zampolli

Fin da molto giovane ho avuto un grande interesse nell’alimentazione come mezzo per mantenere un buono stato di salute. Dato che fin da bambina ero terrorizzata dalle malattie e dal mondo medico in generale, ritenevo che l’alimentazione potesse proteggermi. Già a tredici quattordici anni evitavo di mangiare alcuni alimenti perché ritenevo fossero dannosi alla mia salute. Crescendo ho proseguito in questo percorso. Leggendo e studiando tutto quanto mi capitasse sotto le mani e aggiustando così la mia dieta e adattandola con le nuove conoscenze che acquisivo.

Dodici anni fa maturo definitivamente l’idea di diventare vegana. Il cambio di dieta non ha comportato nessun sacrificio probabilmente per il tipo di alimentazione che avevo condotto fino a quel momento in modo più o meno costante. Contrariamente a quanto pensassi inoltre avevo anche risolto una costante leggera forma di anemia che fin da giovane mi colpiva. Diventare vegana mi faceva sentire orgogliosa di me stessa. Trascinai l’intera famiglia dalla mia parte: mio marito, mio figlio e perfino la sua fidanzata. Ero convinta di aver trovato la giusta alimentazione e non capivo perché ancora tanta gente mangiava carne e derivati animali. 

Dieci anni fa sono stata costretta a sottopormi a diversi interventi chirurgici e a rx. I primi tre interventi furono un errore medico e i medici per coprire le loro mancanze incolparono la mia alimentazione. Non guarivo perché ero vegana. Non cambiai la mia dieta ma cambiai medico il quale mi confermo l’errore medico. Iniziavo a perdere la poca fiducia che avevo nella medicina. 

Probabilmente dovuto ai continui rx e anestesie, il mio fisico si debilitò molto. Al poco tempo mi fu diagnosticata una malattia autoimmune e iniziai a prendere una terapia. Dopo qualche mese, gli esami del sangue erano perfetti ma io non stavo bene. Nonostante cercassi di informarmi attraverso i medici sulle ragioni dell’insorgere di queste patologie, le risposte che ottenevo non mi soddisfacevano. Iniziai ad acquistare libri ed a studiare cosa fossero queste malattie. Cercavo punti di vista diversi dai classici perché non credevo alla classica teoria che si sente costantemente. Finalmente trovai alcune informazioni che iniziavamo a essere soddisfacenti. Cercai qualche medico che volesse affiancarmi in questo percorso che intendevo fare: curarmi con l’alimentazione ed eliminare definitivamente la terapia. Fu impossibile: ogni medico che consultavo (anche alternativo) mi sconsigliava questo percorso: ero una matta se pensavo di guarire così! Questo era in sintesi le risposte che ottenevo! Presi coraggio e iniziai la mia dieta e iniziai progressivamente ad eliminare la terapia. Ero terrorizzata perché mi risuonavano in testa tutti i discorsi dei medici. La mia nuova dieta alimentare prevedeva di eliminare alcuni alimenti, tra cui il glutine. Inoltre, prevedeva l’uso di enormi quantità di frutta e verdura.  Nonostante le difficoltà dovute alla mia grande stanchezza (era uno dei sintomi di cui soffrivo), andai avanti e i risultati non si fecero attendere. Avevo una grande energia e finalmente mi sentivo bene: dormivo benissimo ed eliminando il glutine avevo risolto un problema di salute che avevo da quando avevo dodici anni e che i medici avevo classificato come genetico! 

Non mi sentivo più “distratta” dalla mia stanchezza, spossatezza e desideravo interessarmi ad altro. Sentivo che questo miglioramento si stava diffondendo a una parte molto profonda di me stessa, più sottile. 

Negli anni mi ero fatta le mie idee sulla alimentazione e l’antroposofia ha, in qualche modo, messo ordine e chiarito i miei pensieri.  Certo, alcune cose sono da rivedere anche alla luce di continui attacchi da parte di forze oscure verso i nostri alimenti. L’esempio più chiaro è quello il grano. Vedi conferenza del dott. Leonelli “Elaborare il futuro sociale” del 1998. Anche altri alimenti che una volta sono stati indispensabili per l’evoluzione sono stati corrotti e oggi non dovrebbero essere più consumati. 

La mia alimentazione spesso incuriosisce le persone e sono spesso interrogata sui motivi per cui seguo questa dieta. Le domande più comuni che mi vengono poste sono: le proteine come le assumi? Se non mangi carne dovrai prendere tanti legumi? I grassi sono importantissimi: quali assumi? Ma mangiare troppa frutta non crea problemi di zuccheri nel sangue? Non desideri mangiare quello che mangiano gli altri quando ti siedi a tavola con amici o parenti?

Spesso vorrei poter rispondere a tutto senza troppi indugi ma mi rendo conto che siamo tutti molto legati alle nostre abitudini e alle nostre credenze e non è facile dare un colpo di spugna a tutto quanto conosciamo riguardo all’alimentazione e iniziare a sperimentare senza sembrare una fanatica.  Per seguire questa alimentazione ogni giorno ho cercato di rompere gli schemi, di rompere la routine impiegando molta forza di volontà. Ogni mattina uso il mio estrattore e prima di bere l’estratto, lo lavo, lo asciugo e lo ricompongo in modo che sia pronto il giorno dopo. Qualche volta mentre lo lavo mi accorgo di quanto quel gesto laborioso e impegnativo sia entrato nella mia vita e che ormai non rappresenti un sacrificio come all’inizio. 

Immagino un futuro in cui i nutrizionisti siano medici che accompagnino le persone in un processo di conoscenza del proprio corpo in modo che ognuno di noi possa trovare la alimentazione più corretta per sé stesso, perché non esiste nessuna dieta che sia perfetta per tutti noi. Come Steiner sostiene ognuno di noi dovrebbe ritrovare quell’istinto che ci permetta di trovare i cibi giusti per noi. Non cibi che soddisfino il palato (sensi) ma che ci accompagnino nel nostro percorso spirituale. 

Ogni ortaggio, frutto e tutto quanto la natura ci mette a disposizione in modo non trasformato, contiene in sé un elemento spirituale. Questo elemento spirituale ci può permettere di guarire o di alimentare le nostre parti più sottili. Questo è ciò che ognuno di noi dovrebbe cercare, di riconnettersi anche attraverso l’alimentazione al cosmo. La dove gli archetipi più elevati lavorano per mettere a nostra disposizione gli alimenti che ci aiutino nel nostro percorso. Questa ricerca sfrenata dell’appagamento del gusto e la ricerca esagerata di pesare e dosare quanto mangiamo in termini di peso, di proteine, di vitamine, ci rende più rigidi e meno liberi di permetterci di sperimentare per nostro conto cosa è la vera alimentazione. Prenderci cura del nostro corpo fisico è un modo per ringraziare tutti quegli esseri elevati che hanno lavorato e che lavorano incessantemente per permetterci di avere questa struttura materiale. 

Il processo di guarigione attraverso una corretta alimentazione è in sé un grande insegnamento. Dobbiamo avere la pazienza e la consapevolezza che bisogna dare tempo al nostro corpo di guarire senza avere fretta di ottenere risultati subito. 

Ancora oggi quando esco con amici, vedo nei loro volti una certa ironia per il tipo di alimentazione che conduco e mi sento spesso dire frasi come: “ma ormai mangi solo frutta e verdura” oppure “ma mangiati una bella bistecca”. Non mi ritengo nemmeno vegana in quanto non mangio la maggioranza dei cibi che mangiano i vegani e soprattutto non uso condimenti ma cerco il gusto nella semplicità del cibo. Non è neanche triste come tanti pensano ma sento che accresce la mia forza di volontà. 

“Milioni di anni prima che i fisici mettessero a punto la fissione dell’atomo, gli esseri umani l’hanno realizzata ogni giorno nel proprio organismo. E continuano tuttora a realizzarla, poiché la nutrizione altro non è che un processo di disintegrazione della materia.

Mangiare significa imparare a disgregare la materia e a distribuire l’energia così estratta in tutti gli organi: polmoni, cuore, cervello… Masticare lentamente e a lungo gli alimenti rappresenta una prima tappa di tale disintegrazione. La seconda è il lavoro del pensiero che, come un raggio estremamente penetrante, si introduce fine nel cuore della materia liberandone le energie più sottili al fine di sostenere il lavoro dell’anima e dello spirito”

Tratto da “Lo yoga della nutrizione” di O.M. Aivanhov

a cura di Alessandra Zampolli