Il Mio Cammino della Conoscenza

5 Agosto 2020 Off Di Amelie

Tutti gli uomini naturalmente desiderano conoscere – Aristotele

Un anelito al non conosciuto appartiene all’uomo, un anelito a incontrare ciò che non sa.

Eppure il suo cuore sa e tiene vivo con il suo battito questo sapere che è di tutti gli uomini.

È un sapere custodito dalla terra e dal cosmo, da un respiro che unisce il visibile con il non visibile.

Poi arriva un giorno in cui l’uomo ascolta il proprio cuore e inizia a camminare per incontrare sé attraverso il mondo.

Quel giorno è arrivato per me quando, in occasione di un lavoro di sviluppo personale sull’incontro con i nostri ostacoli interiori, ho incontrato “Io so”, un’entità che ha mosso dentro di me le peggiori emozioni. L’incontro è stato però così significativo che, come nel viaggio dell’eroe, ho iniziato il mio cammino della Conoscenza, partecipando al corso di biografia.

Con questa breve relazione desidero descrivere la mia ricerca della Conoscenza nel primo anno del corso di Biografia e nella lettura di Teosofia, una ricerca che, partendo da stimoli, procede guidata da domande che affiorano.

La prima domanda che si è posta davanti a me è stata: di quale conoscenza stiamo parlando? Alla parola Conoscenza ho sempre associato la conoscenza intellettuale e nozionistica da contrapporre alla conoscenza acquisita grazie all’esperienza. Grazie a questo cammino ho incontrato una conoscenza nuova che chiede, per essere accolta, di superare pregiudizi o modelli mentali. Si tratta della conoscenza superiore che attiva tutte le parti costitutive dell’essere umano – corpo, anima e spirito – e gli permette di entrare in relazione con il mondo soprasensibile. Via via che procedevo nel cammino sono arrivata a capire che c’era un tesoro ancora più prezioso:consisteva nel “come” percorrevo il cammino. Era un come che mi chiedeva di apprendere un metodo scientifico nell’osservazione della realtà attraverso l’affinamento dei sensi e lo sviluppo di nuove facoltà e qualità.

Tra le facoltà quella che più mi ha messain difficoltà è stato il pensiero, e più precisamente la richiesta di pensare i pensieri, le affermazioni che leggevo nel testo di Teosofia. Che cosa significava questa richiesta?

Per capirlo ho dovuto lottare contro il drago interiore che cercava istruzioni per catturare il pensiero e appropriarsene. Nella lotta ho sperimentato che il pensiero è liberoe non vuole essere catturato, anzi, il pensiero chiede di essere ascoltato con mente quieta e scaldato con il cuore per permettere all’Io di portarlo a sé, pensarlo grazie a chi si è (esperienze, conoscenze, livello di coscienza) per poi comprenderlo, integrarlo o lasciarlo andare.

Arrivo a concludere che pensare i pensieri significa comprendere, cum-prendere, portare con sé, includere, e per farloè necessaria una metamorfosi di sé attraverso il pensiero.

Il sentiero della conoscenza muove dal pensare, la più alta facoltà che l’uomo possiede nel mondo sensibile, una forza vivente, un’espressione diretta di ciò che si osserva nello spirito. Per chi la riceve agisce come un germe che produrrà il frutto della conoscenza (Teosofia – “Il sentiero della conoscenza”).

Leggendo questo pensiero mi chiedo: che cosa significa che il pensiero è una forza?

Per rispondere ho provato a farmi aiutare dalla fisica classica. La forza è una grandezza fisica che si manifesta nell’interazione tra due o più corpi. Una forza ha una direzione e una lunghezza.

La definizione applicata alla qualità del pensare mi fa ipotizzare che:

  • i due sistemi siano il mondo sensibile dove vive l’uomo e quello soprasensibile
  • la direzione esprima l’espandersi dell’uomo nella sua parte spirituale
  • la lunghezza esprima la quantità e la qualità dell’utilizzo del pensiero.

In sintesi il pensiero ha la forza di muovere l’uomo verso una direzione spirituale.

Il mondo spirituale è intessuto della stessa materia di cui consiste il pensiero umano. Il pensiero è come l’ombra del suo vero essere (Teosofia – “Il mondo spirituale”).

Questa citazione mi fa anche dire che forse “pensare i pensieri” significa ancheandare all’essenza del pensiero.

Procedo nella ricerca e leggo “I gradi della conoscenza superiore” (Teosofia) e tra le qualità da sviluppare incontro il controllo dei pensieri.

Questo controllo si consegue se ci sforza di vincere la tendenza a lasciar vagare disordinatamente i pensieri e i sentimenti. Nella vita di ogni giorno l’uomo non guida i propri pensieri ma ne viene sospinto dalla vita! Se però si vuole salire a un mondo superiore, bisogna imparare a prendersi momenti durante i quali si diventa padroni dei propri pensieri.

Allora si mette al centro un pensiero e si inizia a collegarvi solo i pensieri che vogliamo collegarvi.

Nella frase “iniziamo a collegarvi sono i pensieri che vogliamo collegarvi” mi colpisce la parola vogliamo: comprendo che il pensiero si nutre di volontà che l’Io attiva verso una specifica direzione.In questo modo la volontà prende vita e attiva un processo creativo che sa scegliere grazie all’azione dell’Io.

Concludo questa relazione con il bottino dei nuovi pensieriche il cammino ha generato dentro di me, un bottino che mi fa essere una persona più ricca di quando sono partita.

La conoscenza è il naturale cammino che accompagna l’essere umano nella vita terrena nella ricerca della sua essenza eterna.

È nutrimento e frutto.

È progressione, gradualità, svelamento.

È incontro con la vita nel visibile e nel non visibile.

È lotta perché la vita pulsa.

La conoscenza passa attraverso me e mi unisce all’Umanità intesa come Uomo ed Epoca. Il mio divenire è divenire del mondo.

A cura di Manola Sgarbi